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Cambiamenti
a Piazza Affari
Il Mib30 va in pensione. Al suo posto c'è l'indice
S&P/Mib
20 settembre 2004 - Da oggi il Mib30 non è più l'indice di
riferimento della Borsa italiana. Al suo posto c'è l'indice
S&P/Mib, calcolato da Satntard & Poors.
La denominazione ibrida risponde, naturalmente, a una tipica
legge del marketing: il cliente va abituato gradatamente al
cambio dei marchi.
Tra non molto, quando gli esperti lo riterranno oppotuno,
cadrà anche l'ultimo ricordo dell'indice Mib, e avremo
semplicemente S&P, magari con l'aggiunta di un numerino per
fare il verso allo S&P 500 di Wall Street.
Per ora, sempre per ragioni di continuità, l'indice Mib
continua a essere calcolato, ma non ha più alcun valore
"legale". Ad esempio non può più essere preso come punto di
riferimento per il calcolo del FIB30, un indice riferito
agli strumenti derivati e agganciato ai 30 titoli a maggiore
capitalizzazione.
Il Mib30 era stato introdotto nel 1994 in connessione con
l'eliminazione
delle "grida" e l'istituzione del mercato telematico.
Le differenze tra Mib30 e S&P/Mib non sono di poco conto.
Invece che 30 titoli, il nuovo indice sarà calcolato su 40.
Tale numero potrà tuttavia cambiare nel corso del tempo.
Sono diversi anche i criteri in base ai quali viene
determinato il "paniere". Il Mib 30 era basato sulla
capitalizzazione e la liquidità. Ora si prenderà in
considerazione anche il flottante e la rappresentazione dei
principali settori finanziari.
Ne segue che entreranno nell'indice S&P/Mib anche titoli
prima inclusi nel Midex o nel Nuovo Mercato. Il paniere di
partenza include, oltre a tutti i titoli del Mib30 escluso
Saipem, 2 società del Nuovo Mercato: Tiscali ed e.Biscom; e
9 società del Midex (media capitalizzazione): Autogrill,
Banca popolare di Milano, Benetton, Bulgari, Fondiaria-Sai,
Gruppo Espresso, Italcementi, Mondadori ed Rcs MediaGroup.
articolo tratto da ciaoweb.it
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